Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Taylor Kressmann
Titolo: Senza ritorno
Editore: Rizzoli 2003
Dopo il successo di Destinatario sconosciuto, è stato pubblicato in Usa ed ora anche in Italia questo secondo libro della scrittrice che si firma con il solo cognome, restata per lunghi anni sconosciuta. Meno brillante del primo, questo più che un vero e proprio romanzo è un documento su una pagina del nazismo pressochè sconosciuta: la persecuzione a cui fu sottoposta la Chiesa luterana nella Germania nazista, attraverso le sue fasi sempre più violente, che si concludono nel libro con l'esilio in America del giovane protagonista, Karl Hoffmann e della sua compagna, poi moglie, Erika. La narrazione è una cronaca fedele degli avvenimenti che toccarono la famiglia di un pastore di Magdeburgo e del suo figlio primogenito che, volendo seguire le orme del padre e frequentando la facoltà di teologia all'università di Berlino, assiste alla nascita, affermazione e inizio delle persecuzioni religiose del nazismo. Una cronaca dettagliata che ci mette di fronte ad un aspetto poco trattato dalla letteratura del periodo, e che ci racconta di una forte opposizione al regime hitleriano da parte di fedeli della chiesa luterana che non esitarono a finire nei lager pur di mantenersi fedeli al loro credo.Libro pieno di pathos e ricco di spunti di riflessione su pagine di storia ancora poco esplorate
(2003)

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